Nuova Riveduta:

Luca 11:33

Parabola della lampada e dell'occhio
=Mt 5:15; 6:22-23 (Mr 4:21-23; cfr. Lu 8:16-18)
«Nessuno, quando ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto un vaso; anzi la mette sul candeliere, perché coloro che entrano vedano la luce.

C.E.I.:

Luca 11:33

Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce.

Nuova Diodati:

Luca 11:33

La lampada del corpo
«Or nessuno, quando ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio, ma sul candeliere, affinché coloro che entrano vedano la luce.

Riveduta 2020:

Luca 11:33

La parabola della lampada e dell'occhio
(Matteo 6:22, 23)
“Nessuno, quando ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto un vaso; anzi, la mette sul candeliere, affinché quelli che entrano vedano la luce.

La Parola è Vita:

Luca 11:33

Non si accende una lampada per nasconderla! Anzi, si metterà su un portalampada per far luce a tutti quelli che entrano nella stanza.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Luca 11:33

Nessuno, quand'ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio; anzi la mette sul candeliere, affinché coloro che entrano veggano la luce.

Ricciotti:

Luca 11:33

L'occhio dell'anima
Nessuno, accesa una lucerna, la pone in un luogo nascosto o sotto il moggio; ma la mette sul candeliere, perchè chi entra, veda la luce.

Tintori:

Luca 11:33

Nessuno, acceso un lume, lo mette in luogo nascosto o sotto il moggio; ma sul candeliere, affinchè chi entra vegga luce.

Martini:

Luca 11:33

Nessuno, accesa che ha la lampana, la pone in un nascondiglio, o sotto il moggio; ma sopra il candeliere, affinchè chi entra, vegga lume.

Diodati:

Luca 11:33

OR niuno, avendo accesa una lampana, la mette in luogo nascosto, nè sotto il moggio; anzi sopra il candelliere, acciocchè coloro che entrano veggan la luce.

Commentario abbreviato:

Luca 11:33

29 Versetti 29-36

Cristo promise che sarebbe stato dato un altro segno, quello del profeta Giona, che in Matteo è spiegato come la risurrezione di Cristo, e li avvertì di migliorare questo segno. Ma anche se Cristo stesso fosse il predicatore costante di ogni congregazione e operasse quotidianamente miracoli in mezzo a loro, se la sua grazia non umiliasse i loro cuori, non trarrebbero profitto dalla sua parola. Non desideriamo più prove e insegnamenti più completi di quelli che il Signore si compiace di offrirci. Dobbiamo pregare senza sosta affinché i nostri cuori e le nostre menti si aprano, per trarre profitto dalla luce di cui godiamo. E soprattutto facciamo attenzione che la luce che è in noi non sia tenebra; perché se i nostri principi guida sono sbagliati, il nostro giudizio e la nostra pratica devono diventarlo ancora di più.

Riferimenti incrociati:

Luca 11:33

Lu 8:16,17; Mat 5:15; Mar 4:21,22
Mat 5:15
Mat 5:16; 10:27; Giov 11:9; 12:46; Fili 2:15,16

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